Da un punto di vista approssimativo della forma, la Sedia Faldistorio può ricordare una Sedia Savonarola o anche una Sedia Dantesca. Questo tipo di seggiola ad uso ecclesiastico ha la caratteristica di essere pieghevole, è provvista di braccioli ma non sempre di schienale. Vediamo altre informazioni sul suo uso all’interno di un edificio religioso e sull’etimologia del suo nome.
Faldistorio: sedia storica ad antico uso ecclesiastico
Presente nei secoli scorsi in molti edifici religiosi, quali chiese, basiliche e cattedrali, la Sedia Faldistorio è quasi del tutto scomparso dall’arredo ecclesiastico.
Oggi come oggi, anche nei luoghi di culto più solenni viene fatto uso di sedie più pratiche e moderne e di conseguenza l’uso di questa seduta, così come quello di sedute simili, si è drasticamente ridotto.
In modo particolare, l’utilizzo di questa seggiola a scopo liturgico è prevista per la somministrazione del battesimo, per le celebrazioni del Venerdì Santo, la benedizione dell’olio santo, ed in linea generale in quelle situazioni nelle quali il vescovo celebrante si posiziona lateralmente rispetto all’altare centrale.
In poche parole, il Faldistorio rappresenta una sorta di sedia che dovrebbe supplire alla provvisoria mancanza di utilizzo del trono e della cattedra.
Il materiale con la quale venivano concepite le Sedie Faldistorio era di varia tipologia e natura. Esistono modelli in legno, che sono la maggioranza, ma anche in ferro e in avorio.
Etimologia del nome
Il termine Faldistorio deriva dal latino di epoca medioevale faldistorium, a sua volta mutuato dal teutonico Faltstuhl, vale a dire “sedia piegata”.
Rimanendo in ambito storico, questa tipologia di sedia ricorda molto da vicino la sedia curule, un modello di seduta da campo usata dai generali romani nei siti di guerra, e da questa pare esserne derivata con gli specifici cambiamenti necessari all’adattamento ecclesiastico.
In lingua inglese mantiene il nome italiano e diventa quindi la Faldistorio Chair.